“Chi più sa, meno sa.” Questa frase racchiude un principio essenziale nella psicoterapia: il sapere è un percorso infinito, fatto di curiosità, scoperta e desiderio di affinare sempre di più il nostro sguardo sul mondo interno dei pazienti. Il nostro punto di forza non è la presunzione di avere risposte pronte, ma la capacità di metterci in ascolto, integrare risorse e strumenti nuovi, e migliorare la comprensione del caso clinico per creare un’alleanza terapeutica autentica e costruire un piano di trattamento che rispecchi gli obiettivi unici di ogni persona.

Paziente e terapeuta sono due esploratori in viaggio. Insieme, danzano tra passato e presente, cercando di tracciare una direzione per il futuro. È un percorso fatto di sfide, risorse e momenti di trasformazione, che richiede flessibilità, precisione e una preparazione solida.

In questo viaggio, l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) rappresenta un prezioso alleato, un booster capace di dare sostanza e profondità all’elaborazione dei ricordi difficili, spesso alla base dei blocchi e delle difficoltà che il paziente porta in terapia. Grazie all’EMDR, è possibile favorire un’elaborazione più completa e adattiva, portando a cambiamenti significativi nel presente.